martedì 25 novembre 2008

Le patatine più croccanti

Ogni anno viene assgnato un Premio (Ig)Nobel con l'obbiettivo di premiare le ricerche più inusuali, quelle che prima fanno sorridere e poi riflettere, e di stimolare, in modo divertente, l’interesse del pubblico per la ricerca. Tra i protagonisti dell’Ig Nobel 2008 c’è un italiano, Massimiliano Zampini, docente di Psicologia Generale presso il Dipartimento di Scienze della Cognizione e Formazione dell’Università di Trento, al quale è stato assegnato l’Ig Nobel per la nutrizione... "per aver modifcato elettronicamente il suono delle patatine fritte al fine di renderle più croccanti".

Quando parliamo con qualcuno non ci limitiamo ad ascoltarne la voce ma ne cogliamo la gestualità e le espressioni, mescolando stimoli uditivi e visivi. Allo stesso modo, quando mangiamo, non ci limitiamo a gustare gli alimenti, ma ne cogliamo odori, colori e... suoni. E tutto questo ci spinge a giudicare una patatina croccante migliore di una molliccia. Ma fino a che punto il suono prodotto dal cibo può influenzare la valutazione generale sulla sua appetibilità? Sono stati reclutati alcuni volontari, ai quali è stato chiesto di indossare delle cuffie e di inziare a mordere con gli incisivi, senza masticarle, le patatine che venivano offerte dai ricercatori. Il risultato dello studio è stato soprendente: nonostante le chips fossero tutte assolutamente identiche, i volontari hanno giudicato quelle associate al suono alterato più fresche e più croccanti delle altre. E tutti erano convinti che nel corso dell’esperimento fossero state loro somministrate patatine più vecchie e mal conservate di altre. «Le orecchie possono ingannare il cervello», conclude Massimiliano Zampini. E, a volte, anche l’apparenza.

http://www.focus.it/Mondo/news/Intervista_con_lIgNobel_orgoglio_e_pregiudizio_281015_1515.aspx

Quanto siamo influenzabili eh?
E la cosa strana è che tutti dicono continuamente frasi del tipo "la società condiziona il nostro modo di essere" oppure "l'apparenza inganna! bisogna saper usare il cervello e non dare mai niente per scontato!", eppure nessuno è in grado di svincolarsi completamente dall'influenza degli altri, di giudicare razionalmente senza lasciarsi imbrogliare.
Forse questo succede perchè dopo tutto le impressioni sono la cosa più importante. Cioè, se si hanno delle sensazioni positive nei confronti di qualcosa(ad esempio la freschezza delle patatine) si è più felici ed è più facile avere delle posizioni chiare su questi argomenti; le idee, le riflessioni invece sono molto più complicate, sono in continuo cambiamento ed è difficile trarre da esse delle conclusioni univoche. E poi le sensazioni sono innate, istintive e anche con un ragionamento perfettamente strutturato e privo di condizionamenti sarebbe impossibile eliminarle.
Voi cosa ne pensate?

venerdì 21 novembre 2008

Crisi economica: i cinesi si fanno il lifting

La crisi economica sta colpendo davvero tutti i paesi del mondo. Partita dagli Stati Uniti d’America, dove al momento, con la crisi dei mutui, la situazione e’ la peggiore, anche nel resto del pianeta sono stati registrati dei seri problemi. Ma in Cina hanno la risposta anti crisi: basta un lifting e tutto passa.
Per uscire dallo stress e dall’ansia della crisi economica, un ritocchino al viso potrebbe essere una risposta, una sorta di rito propiziatorio per sperare di uscire dall’incubo.
Sono casi sempre più numerosi, ormai il 5% di coloro che si sottopongono a chirurgia estetica lo fa come portafortuna e il dato è in costante crescita. Il naso deve diventare piu’ gonfio, perche’ questo significa prosperita’, i nei buoni si tengono e quelli malvagi, in posizioni sfortunate, sono da eliminare. Le tempie devono essere piene, il lobo delle orecchie deve essere grande, perche’ questo vuol dire intelligenza e fortuna… E via discorrendo… In tempi di crisi, anche un lifting e il ricorso a tradizioni antiche possono essere d’aiuto!

http://www.haisentito.it/articolo/crisi-economica-i-cinesi-si-fanno-il-lifting/12716/

Va bene che sono le piccole cose che fanno la felicità, va bene che se ci sente belli poi di sta meglio con se stessi..ma..l'intelligenza umana dove sta andando a finire?
Ormai la gente si preoccupa solo di avere cose in più per competere con gli altri..ci sono persone (ve lo assicuro, ho testimonianze dirette) che fanno il mutuo per andare in vacanza alle Hawaii e sono quelle stesse persone che si lamentano perchè non riescono ad arrivare a fine mese o perchè devono pagare bollette troppo alte e accusano il governo di non fare niente per sistemare la situazione.
Ora, non sto dicendo che tutti si lamentano per niente, ci sono davvvero persone e famiglie che faticano per arrivare a fine mese, ma ci sono anche alcune persone che riescono solo a lamentarsi continuamente e non fanno assolutamente niente per risolvere i loro problemi, continuano solo a protestare perchè tutti lo fanno e intanto, anche se hanno pochi soldi, non pensano a come comprarsi il minimo indispensabile, ma a farsi il lifiting portafortuna!ridicolo!

mercoledì 19 novembre 2008

Come marijuana ma legale

Ma cosa non si fa per una canna?

(ANSA) - BERLINO, 17 NOV - E' una sostanza stupefacente simile alla marijuana, ma e' legale: si chiama 'spice', e' la nuova moda tra i giovani berlinesi. Lo spice ha messo in allarme i servizi sociali che mettono in guardia i consumatori contro i possibili rischi di questa droga, un mix di erbe perfettamente legali, venduto per profumare gli ambienti. I piu' giovani, pero', la mischiano con il tabacco per fumarla e i negozi hanno dovuto organizzare anche liste d'attesa per far fronte alla grande domanda.


http://it.notizie.yahoo.com/10/20081117/tod-germania-come-marijuana-ma-legale-sp-5946e98.html

venerdì 14 novembre 2008

Irruzione nella Diaz

La notte del 21 luglio 2001 agenti del settimo nucleo del Reparto Mobile di Roma e altri reparti fecero irruzione nel complesso scolastico Armando Diaz e Giovanni Pascoli, che era il quartier generale dei no global. La difesa ha sempre sostenuto che l'azione fosse diretta ad arrestare gli autori delle devastazioni che migliaia di manifestanti avevano compiuto in città, per l'accusa sarebbe stata una specie di rivalsa voluta dai vertici della polizia che non erano riusciti a tutelare l'ordine pubblico. Nella scuola furono malmenati e arrestati 93 giovani, poi liberati perché contro di loro non c'erano prove. I poliziotti furono accusati di falsificazione delle prove: le due molotov, i picconi e le spranghe esibiti come tali, secondo l'accusa, sarebbero stati rispettivamente trovati nelle aiuole di corso Italia e in un cantiere aperto nel complesso scolastico. Secondo gli avvocati difensori, però, le presunte falsificazioni sarebbero state causate dalla fretta e dal disordine di quei momenti. La questione centrale del processo è stata quella di accertare le responsabilità personali di ciascuno degli imputati e provare se le violenze commesse siano state il frutto di un piano di azione deciso dai superiori.

Ieri è stata espressa la sentenza dalla prima sezione penale del Tribunale di Genova sui fatti avvenuti alla scuola Diaz nella notte del 21 luglio 2001, durante il G8 di Genova: tredici condanne e 16 assoluzioni. Assolti i vertici della polizia: Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Gilberto Caldarozzi, Spartaco Mortola.

http://www.corriere.it/cronache/08_novembre_13/diaz_g8_sentenza_a2bf270c-b1c0-11dd-a7b7-00144f02aabc.shtml

Alla fine viene sempre condannato solo chi compie i reati ma non i mandanti, in questo caso i capi della polizia che hanno richiesto l’intervento. Oggi dopo la sentenza le critiche sono state numerosissime, ma chissà dove si nasconde la verità, fino a che punto la colpa è da assegnare agli agenti che hanno partecipato all’irruzione?e a partire da quando si può dare la colpa ai vertici della polizia?e se, semplicemente, gli agenti non fossero stati in grado di tenere tutto sotto controllo e la situazione fosse degenerata?

venerdì 7 novembre 2008

Crisi umanitaria nel Congo

Violenti combattimenti anche oggi nel nord est della Repubblica Democratica del Congo. E così il fiume in piena di profughi privi di tutto si fa sempre più incontenibile, mentre è allarme per il rischio di stupri di massa. Ciò mentre il vertice regionale a Nairobi sulla tragedia in atto si conclude con la scontata richiesta di cessate il fuoco, ma è contrassegnato dal monito del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon: "Questa situazione - ha detto - rischia di far esplodere tutta l'area dei Grandi Laghi". E' il quadro odierno, che si fa di giorno in giorno più drammatico, del conflitto nel Nord Kivu, ai confini col Ruanda, dove i ribelli tutsi del generale Laurent Nkunda non allentano la morsa, anzi continuano ad avanzare, mirando, probabilmente, ad accerchiare il capoluogo regionale Goma. Ed il numero di profughi continua ad aumentare, le loro condizioni si fanno sempre più critiche - gli aiuti non arrivano - e non sanno dove andare: sono allo sbando completo. L'Onu ha valutato oggi che da settembre siano almeno 253 mila, che si aggiungono agli oltre 800 mila dei mesi precedenti: ma la cifra aumenta di ora in ora. E poi denuncia la piaga degli stupri. Da gennaio a settembre, informa, 3.500 casi accertati, 400 al mese, e di sicuro è solo la punta di un iceberg poiché rare sono le denunce; ma con l'avvitarsi dei combattimenti, si sono moltiplicati: "Nel contesto attuale - si legge in un comunicato emesso a Ginevra - decine di migliaia di donne e ragazze sono a rischio in un Paese dove lo stupro è da tempo un'arma da guerra". Intanto le organizzazioni umanitarie accusano sia i ribelli tutsi che le milizie filo-governative Mai Mai di crimini di guerra; ma puntano l'indice anche contro i Caschi Blu accusandoli di non essere in grado di difendere i civili. Almeno un centinaio dei quali, denunciano ancora, sono morti nel corso dei combattimenti. Ma è la cifra accertata, perché gli orrori non sempre si scoprono: chissà quanti eccidi sono sepolti nella giungla. Come quello emerso ieri nel microscopico villaggio di Kinenje, dove sono stati rinvenuti almeno una ventina (ma altre fonti parlano di 50) di civili trucidati, alcuni dei quali forse arsi vivi. Pare sia stata opera dei ribelli, che di lì avevano scacciato i Mai Mai e forse volevano 'punire' i loro supposti complici. Tutto ciò, mentre a Nairobi si svolgeva il vertice. Presieduto da Ban Ki-moon, con due ospiti principali: i presidenti del Congo e del Ruanda (che appoggia i ribelli) Joseph Kabila e Paul Kagame. Tutto si è concluso con la scontata richiesta di cessate il fuoco, di creazione di un corridoio umanitario, all'Onu perché fornisca mandati più forti ai suoi uomini, e garantisca loro adeguate risorse. Oltre alla disponibilità ad inviare se del caso soldati regionali. Il problema è il convitato di pietra, il capo dei ribelli generale Laurent Nkunda. Con lui nessuno vuole trattare (anche se forse segretamente lo fa), ma senza di lui le intese sono scritte sull'acqua, sono proclami che non incidono sulla realtà. I ribelli hanno bollato il vertice internazionale come un altro "summit inutile". E poi il nodo vero: le risorse minerarie. Il nord Kivu ne è ricchissimo, al di là del confine - un tiro di schioppo - in Ruanda non c'é niente. Finché non si troverà un modo ragionevole di far condividere almeno un po' di quelle ricchezze anche ai ruandesi, non ci sarà mai vera pace.
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/esteri/33991/congo-fiamme-vertice-nairobi-chiede-cessate-fuoco.htm
Intervista a Andrea Pontiroli, responsabile comunicazione di Medici senza Frontiere:

Cosa fa MSF?
Abbiamo equipe in tutte le zone colpite dal conflitto, sia in quelle sotto il controllo del governo, sia in quelle sotto il controllo di altri gruppi armati, prestando assistenza medica gratuita alle persone in fuga dalle violenze e ai feriti. MSF gestisce diversi ospedali, e con un sistema di cliniche mobili cerca di raggiungere le persone isolate. Inoltre, le equipe di MSF continuano a gestire le operazioni in base alle diverse esigenze che si presentano di volta in volta, cercando di raggiungere le persone che continuano a fuggire nelle direzioni più disparate.

MSF ha parlato di un fallimento dell'assistenza umanitaria in Nord Kivu. Perché?
MSF ha criticato l'assoluta mancanza di organizzazioni umanitarie nelle zone più colpite dal conflitto. È vero che a Goma sono presenti moltissime agenzie delle Nazioni Unite e organizzazioni non governative (ONG), ma quando si esce da Goma e ci si avvicina alle zone dove le persone in fuga dal conflitto sono radunate nei campi sfollati, MSF è spesso l'unica organizzazione presente. Noi forniamo assistenza medica, ma c'è anche bisogno di aiuti alimentari, di generi di prima necessità, di interventi per garantire acqua potabile e igiene. E invece le centinaia di migliaia di sfollati del Nord Kivu sono abbandonati a sé stessi.

Il Congo compare sempre nella lista delle dieci crisi umanitarie più ignorate dai media compilata da MSF ogni anno. Come mai?
La situazione nella Repubblica Democratica del Congo è una situazione di continua crisi umanitaria. In questo momento la guerra è scoppiata nuovamente nel Nord Kivu, ma le violenze continuano anche nell'Ituri. Inoltre, la popolazione è regolarmente colpita da epidemie, catastrofi naturali e ha un accesso limitato alla salute. MSF è presente nella Repubblica Democratica del Congo dal 1981, e da diversi anni denunciamo l'indifferenza dei media e della comunità internazionale nei confronti della popolazione congolese.
http://www.giornalesentire.it/2008/novembre/546/nordkivudovesiviveesimuoredimenticati.html

In Africa gli scontri tra tribù sono all’ordine del giorno, ma spesso gli interventi umanitari in questi paesi sono scarsi. Spesso sono solo i medici volontari a soccorrere queste popolazioni e le organizzazioni internazionali non riescono ad intervenire. Anche l’informazione data dai media è scarsa. Perché? In queste zone vi è perennemente una crisi umanitaria eppure non vi si da la giusta importanza. Queste popolazioni non hanno bisogno solo di cibo, medicinali e beni di prima necessità nei periodi di guerra, ma anche e soprattutto di mezzi per rendersi autosufficienti sempre e liberarsi dallo stato ti povertà in cui vivono che spesso è anche una delle cause dei conflitti.

giovedì 6 novembre 2008

Camorra, come risolvere il problema?

Roma, 2 nov. (Apcom) - Diverse decine di colpi di arma da fuoco sono stati sparati ieri notte attorno alle 24 contro cinque ragazzini: due di 16 anni, uno di 12, uno di 14 e uno di 13 anni. I giovani sono stati colpiti alle gambe, alle ginocchia e ai piedi, uno di loro è stato ferito anche al braccio. La sparatoria è avvenuta a Napoli, nel quartiere di Secondigliano, davanti ad un circolo ricreativo situato in via Abate Desiderio. A esplodere i colpi sono state 4 persone a bordo di due motociclette di grossa cilindrata, spiega la Questura di Secondigliano, travisati con dei caschi integrali. La prognosi per i cinque ragazzini va da 10 giorni a un mese. Le ferite, spiegano, non sono gravi, segno che chi ha sparato non voleva uccidere ma lanciare probabilmente un 'avvertimento' trasversale: i giovani, tre dei minori sono infatti nipoti del gestore del circolo, che già prima della sparatoria era stato sottoposto a sequestro da parte delle forze dell'ordine. Proprio sul circolo verranno fatti degli accertamenti amministrativi per capire se giochi un ruolo in quanto accaduto. I cinque ragazzini non hanno precedenti penali ma sono 'figli d'arte'. Sul caso indaga il commissariato di Secondigliano.
http://www.apcom.net/newscronaca/20081102_110000_2e9c234_49674.shtml

Praticamente nulla la collaborazione offerta agli agenti del commissariato di Secondigliano, impegnati per far luce sull'agguato, nessuno ha visto o sentito nulla.Intanto la polemica sulla sicurezza a Napoli divampa. Dai sindacati di polizia emerge forte la richiesta di un aumento di risorse: il Silp sottolinea come la sicurezza deve essere affidata alle forze dell'ordine e non all'esercito mentre il Siulp di Napoli ribadisce la necessita' di rafforzare gli organici.
http://ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_814091025.html

Ed è proprio la polizia ora a parlare chiaro con il governo. «Il ferimento dei 5 minorenni a Secondigliano – dice il segretario generale del sindacato di polizia Silp Tommaso Delli Paoli – pone drammaticamente il problema irrisolto della sicurezza e del controllo del territorio. Vogliamo sperare che sull'onda emotiva il Governo non si inventi- dicono il “militare di guardia ai circoli ricreativi” facendo seguito ad una pazzia collettiva che sembra voler accreditare un accresciuta sicurezza con l'intervento dei militari. Il controllo nel quartiere - ha aggiunto il sindacalista – lo possono effettuare solo il commissariato di polizia o la stazione dei Carabinieri, gli uni e gli altri invece, sono disastrati dai tagli di risorse e senza uomini e mezzi necessari, con l'impossibilità molto spesso di mettere in strada anche una sola volante. È in atto uno spreco di risorse economiche con l'impiego dei militari - ha concluso Delli Paoli - che nessun risultato concreto può dare alla sicurezza dei cittadini, se non vago sostegno alla demagogica campagna avviata dal Governo che tagli i fondi delle forze di polizia e poi tenta di far credere ai cittadini che avranno più sicurezza dell'impiego dei militari».
http://www.unita.it/view.asp?idContent=80518

Ma allora come risolvere il problema della camorra?l'intervento militare o delle forze dell'ordine è abbastanza?
Io credo che la repressione per controllare un fenomeno del genere non sia sufficiente.
E' evidente, già da questo episodio, che la gente a Napoli ha ancora paura dei clan, ha paura di parlare, collaborare con la polizia. Ancora molti giovani a Napoli, inoltre, scelgono la via della mafia, in parte perchè è attualmente una della poche fonti di arricchimento per il sud, in parte perchè non hanno il coraggio di liberarsene. La camorra oggi è un sistema economico ben organizzato che si occupa di qualsiasi genere di commercio. Per farmare la camorra non basta preoccuparsi di mantenere la sicurezza, bisogna trovare un modo per distruggere il sistema mafioso, che non influisce solo al sud, ma anche nell'economia del nord e di alcune zone europee.